Intervista con Gerry Grassi di PsicoMarketing Academy®: Strategie Etiche per Psicologi nell’Era Digitale

da | 27 Mar 2025

Nel panorama attuale della psicologia, la promozione efficace e l’etica professionale sono elementi fondamentali per il successo di uno psicologo.

PsicoMarketing Academy® si propone come punto di riferimento per i professionisti del settore che desiderano sviluppare competenze di marketing etico e strategie di crescita professionale.

Fondata da Gerry Grassi, psicologo e psicoterapeuta specializzato in psicoterapia breve strategica e ipnosi ericksoniana, l’Academy offre percorsi formativi mirati a rendere l’attività dello psicologo più gratificante e sostenibile. ​

In questa intervista, abbiamo il piacere di dialogare proprio con Gerry Grassi, per approfondire le sfide e le opportunità che gli psicologi affrontano nell’era digitale.

  1. Come è nata l’idea di PsicoMarketing Academy e quale bisogno professionale degli psicologi volevi soddisfare?

PsicoMarketing Academy® è nata da un percorso personale e professionale che mi ha portato a esplorare nuovi modi di sviluppare la mia attività. Dopo aver gestito cinque studi in diverse città italiane e aver maturato esperienze in ambiti come la televisione e la pubblicazione di libri, ho sentito l’esigenza di approfondire il marketing applicato alla nostra professione. Ho avuto la possibilità di formarmi negli Stati Uniti con esperti nel settore delle relazioni di aiuto e ho testato su di me le strategie apprese, adattandole alla realtà italiana. Quando ho visto che funzionavano davvero, ho sentito il desiderio di condividerle con altri colleghi.

Così ho iniziato con consulenze individuali e, man mano che la richiesta cresceva, ho creato un team che oggi conta più di 10 persone. La nostra Academy supporta sia i professionisti alle prime armi, che hanno bisogno di imparare strategie etiche per attrarre i primi pazienti, sia psicologi già avviati che vogliono strutturarsi meglio, delegare, costruire un team o espandere la loro attività senza rinunciare alla qualità del loro lavoro.

  1. Quali sono le sfide più significative che gli psicologi affrontano oggi nella transizione al digitale?

Una delle difficoltà principali è l’adattamento al cambiamento, soprattutto per chi è abituato a modalità più tradizionali. L’evoluzione tecnologica è ormai parte della nostra realtà, e ignorarla significa rischiare di rimanere indietro.

Spesso faccio un esempio: sarebbe come se, dopo l’invenzione dell’automobile, qualcuno si ostinasse a usare solo il cavallo per spostarsi. Non si tratta di abbandonare il passato, ma di integrare nuovi strumenti per migliorare il nostro lavoro e raggiungere più persone.

La tecnologia può essere una grande alleata, ma serve la giusta formazione per usarla al meglio. In PsicoMarketing Academy®  ci impegniamo proprio su questo: aiutiamo gli psicologi a sfruttare il digitale in modo etico ed efficace, senza snaturare la loro professionalità.

Quale ruolo gioca l’etica professionale nella digitalizzazione della psicologia?

L’etica è un punto fondamentale, ed è già regolamentata dal nostro codice deontologico. Finché ci muoviamo all’interno di quei confini, dovremmo sentirci liberi di esprimerci e di innovare senza timori.

Molte discussioni sull’etica, a volte, sembrano più basate su opinioni personali che su reali violazioni deontologiche. È importante distinguere tra ciò che è realmente un problema etico e ciò che riguarda semplicemente preferenze o visioni diverse della professione.

Purtroppo, nel nostro settore esistono molte figure che utilizzano concetti psicologici senza averne le competenze, e questo rende ancora più importante che gli psicologi prendano il loro spazio con sicurezza. Personalmente, dopo anni di esperienza come professore, autore, relatore e terapeuta, ritengo fondamentale che la nostra categoria acquisisca maggiore fiducia nel proprio valore. Non possiamo permettere che il nostro ruolo venga confuso con quello di chi, con una formazione minima, diffonde concetti semplificati e talvolta fuorvianti.

  1. Come si può promuovere la propria attività rimanendo in linea con il codice deontologico e i valori della professione?

La risposta è nella domanda stessa: semplicemente attenendosi al codice deontologico. Questo ci fornisce linee guida chiare su ciò che possiamo e non possiamo fare.

Spesso, però, molti colleghi vivono con il timore di sbagliare, bloccati dalla cosiddetta “sindrome dell’impostore”. È comprensibile, ma il mio obiettivo è proprio aiutare gli psicologi a sentirsi più sicuri nelle loro scelte comunicative, mantenendo sempre il rispetto per la nostra professione.

  1. Il marketing è spesso visto con diffidenza nel mondo della psicologia: come rispondi a questa percezione?

È vero, il marketing ha spesso una cattiva reputazione, e in parte è comprensibile: ci sono stati e ci sono tuttora esempi di strategie ingannevoli o aggressive. Ma il marketing in sé non è né buono né cattivo: dipende da come lo utilizziamo.

Il problema principale è che molti psicologi non hanno mai ricevuto una formazione in questo ambito, e quindi lo guardano con sospetto. Io credo che, se fatto con competenza e integrità, il marketing possa essere un potente strumento per far arrivare il nostro messaggio alle persone che hanno bisogno di noi, senza snaturare la nostra identità professionale.

Dobbiamo solo imparare a usarlo nel modo giusto.

  1. Quali sono gli errori più comuni che gli psicologi commettono nella comunicazione digitale?

Alcuni degli errori più frequenti sono:

  1. Essere troppo generici – Molti parlano di tutto, senza un’identità chiara. Questo rende difficile per le persone capire a chi si rivolgono e in cosa sono davvero specializzati.
  2. Evitare di esporsi – Per paura del giudizio, tanti psicologi rimangono troppo “neutri”, risultando poco incisivi nella comunicazione. Essere professionali non significa essere impersonali.
  3. Non avere una strategia chiara – Spesso si pubblica senza una direzione precisa, senza un obiettivo specifico, e questo porta a risultati poco efficaci.
  4. Comunicare in modo troppo complesso – Usare un linguaggio tecnico può allontanare il pubblico. Bisogna trovare un equilibrio tra profondità e chiarezza.
  1. Quali strumenti digitali ritieni indispensabili per uno psicologo che vuole promuoversi online?

Dipende dal livello di esperienza e dall’obiettivo, ma in generale consiglierei:

  • Trello – per organizzazione e gestione dei processi e dei progetti
  • Un profilo social ben curato – LinkedIn, Instagram, YouTube o Facebook, a seconda del pubblico di riferimento.
  • Una piattaforma per e-learning – uno spazio per fornire videolezioni come Kajabi 
  • Una newsletter – Molto più efficace di quanto si pensi per creare un legame diretto con le persone (la mail rimane spesso la stessa per tutta la vita).
  • Strumenti di automazione – Ad esempio, sistemi per la gestione degli appuntamenti come Calendly o piattaforme di email marketing come Active Campaign.
  • Analytics e monitoraggio – Capire cosa funziona e cosa no è essenziale per migliorare nel tempo.
  1. Che consiglio daresti a uno psicologo che si sente a disagio nel promuoversi online ma vuole comunque farsi conoscere?

Capisco perfettamente questa sensazione, perché è comune a tanti professionisti. Il primo passo è cambiare prospettiva: non si tratta subito di “vendere” qualcosa, ma di farsi trovare dalle persone che hanno bisogno di aiuto.

Un buon punto di partenza è scegliere un formato che faccia sentire a proprio agio. Se scrivere è più naturale, si può partire da articoli e blog. Se si preferisce parlare, si possono sperimentare video o podcast. L’importante è trovare il proprio stile senza forzarsi a fare qualcosa che non risuona con la propria personalità.

Io suggerisco un corso di teatro per migliorare l’espressività e un corso di disegno creativo per aumentare la creatività e poter ampliare le possibilità creative di creazione di contenuti.

Per ulteriori informazioni su PsicoMarketing Academy® e sui programmi offerti, visita il sito ufficiale: https://www.psicomarketingacademy.com/

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